Fonte articolo: F.I.N
Si è spento a 91 anni a Karlsruhe Horst Gerliz, l’allenatore delle leggende azzurre Klaus Dibiasi e Giorgio Cagnotto. Tecnico federale dal ’58 al ’69, come allenatore ha conquistato 5 medaglie olimpiche.
Horst Gorlitz uscì dalla sua casa in Germania Est e venne in Italia dove è diventato uno dei più grandi allenatori federali. Con l’aiuto di Hall of Fame Pioneer Diving Coach di Carlo Dibiasi, ha contribuito a far crescere i suoi due prodigi: Klaus Dibiasi e Giorgio Cagnotto.
È stato un precursore della tecnica e della didattica moderna con grandi conoscenze di meccanica e di fisica, avendo studiato ingegneria aeronautica. Alle Olimpiadi di Roma si occupò dei tuffatori italiani Lamberto Mari (sesto dai tre metri), Walter Messa e dalla piattaforma Antonio Sbordone e Fabio Paiella.
Si occupò anche dell’istruzione degli allenatori e fu con Mario Saini, Segretario Generale del CONI all’epoca, promotore dei famosi centri CONI, che sfornarono tanti talenti dei tuffi italiani.
Klaus Dibiasi, Giorgio Cagnotto, Italo Salice e Bruna Rossi furono la nuova generazione dopo le Olimpiadi di Roma. Insieme a Carlo Dibiasi, Goerlitz diede il via all’epoca d’oro dei tuffi italiani. Ben cinque medaglie olimpiche furono il frutto del suo lavoro di costruzione tecnica e metodologica del tuffismo italiano. Collaborò con i tecnici di tutta Italia trasmettendo le sue conoscenze innovative.
Dopo aver portato i tuffi italiani a livello olimpico, nel ’69 decise di ritornare in Germania dove continuò ad allenare per la sua nazione ma anche per tuffatori di altre nazioni come il Sudafrica, con l’austriaco Niki Staikovic mostrando sempre nell’ insegnamento una passione incredibile.
Negli ultimi anni non aveva mai perso il contatto telefonico con i suoi allievi prediletti in quanto dopo le gare importanti telefonava sempre condividendo con tutti i suoi pensieri sullo sviluppo mondiale dei tuffi.
Fu nominato nel 2008 da Sammy Lee, MD – Membro Comitato di Selezione ISHOF, Olympic Diving Champion ISHOF Honoree.
Seguite questo link per leggere una lettera scritta dallo stesso Gerliz, in cui racconta la sua storia.