Domani alle 10 inizieranno le prime gare di questi Mondiali: cosa ci dobbiamo aspettare? Che speranze ha la nostra nazionale?
Il 2013 è stato un po’ per tutti i tuffatori, italiani e non, un anno più leggero, come spesso accade dopo un’ Olimpiade; prendete ad esempio la nostra Tania Cagnotto che si è dedicata ad attività diverse come il talent show della Rai o il servizio fotografico per Playboy, senza però tralasciare gli allenamenti e le gare. Lo ha fatto per “staccare”, per rilassarsi un po’, ricaricare le batterie dopo Londra e l’ esperimento ha dato i suoi frutti: le medaglie degli Europei ne sono la prova.
Anche in campo internazionale è stato così: c’è chi si è ritirato, Alexandre Despatie in primis, ma anche Emilie Heymans per restare in terra canadese, o chi come Javier Illana o Tom Daley ha deciso di dedicarsi di più alla propria immagine pubblica, senza neanche partecipare ai Campionati Europei di Rostock.
Come saranno quindi questi Mondiali di Barcellona?
Sicuramente saranno delle gare dove vedremo tante facce nuove, tanti giovani che inizieranno quest’estate a farsi le ossa in vista di Rio; saranno delle gare dove vedremo gli atleti provare, azzardare tuffi più difficili che tra 3 anni dovranno essere perfetti; ma saranno anche delle gare dove gli atleti più maturi, la vecchia guardia, dimostrerà quanto sia importante l’esperienza ed il sangue freddo… O quanto meno ci proverà.
Come se la caveranno i nostri azzurri?
Lasciando da parte superstizioni e scaramanzie varie, indubbiamente le maggiori possibilità di successo sono in campo femminile; la coppia Cagnotto Dallapè, che gareggerà proprio sabato, è la speranza più grande della squadra e se le tuffatrici cinesi sono praticamente intoccabili questo non si può dire per il resto delle avversarie.
Rispetto alle Olimpidi di Londra non ci sono più ne la coppia canadese ne la coppia americana, entrambe rimodellate o sostituite; anche la coppia messicana potrebbe non essere più la stessa e questo restringe molto il numero delle pretendenti al podio. Tania e Francesca principalmente dovranno gareggiare contro i loro punti deboli: il doppio e mezzo in avanti con l’avvitamento per la Dallapè, che quest’anno le ha dato qualche problema, ed il doppio e mezzo ritornato carpiato per la Cagnotto; se sapranno, come credo, superare questi due piccoli ostacoli allora ci faranno sognare.
Anche nel singolo la Cagnotto ha ottime possibilità: l’anno sabbatico le ha giovato molto a livello mentale e questo fattore unito alla sua grande capacità di rendere il 200% in gara la rendono una delle avversarie da battere, sia da tre metri che da un metro.
Chi ci potrebbe stupire sono Noemi Batki e Maria Marconi: entrambe sono atlete dalle enormi potenzialità che però ogni tanto peccano di poca costanza; con la giusta serenità e concentrazione entrambe potrebbero non solo conquistarsi un posto in finale, ma anche insidiare atlete più blasonate, togliendosi così qualche bella soddisfazione.
In campo maschile la situazione si fa più dura; a differenza delle donne c’è un gruppo abbastanza numeroso di atleti di altissimo livello: cinesi, russi, ucraini, messicani, tedeschi ed inglesi sono sicuramente gli atleti che andranno ad occupare le prime 10 posizioni, senza dimenticare gli americani. In questo contesto per i nostri tuffatori il primo obbiettivo sarà raggiungere le finali, affrontando ogni step con la massima concentrazione: non è ammessa la benchè minima sbavatura, figuriamoci un errore.
Michele Benedetti è il veterano del gruppo, il più esperto, e proprio lui con Andreas Billi inizierà sabato dal trampolino di un metro: ci vorranno calma, sangue freddo e tanta concentrazione.; le eliminatorie dei Campionati Mondiali sono lunghe e faticose, ogni turno dura minimo 20 minuti e il dispendio di energie nervose tra un tuffo e l’altro è la causa più frequente di errori.
Per Andreas Billi, come per Giovanni Tocci, è il primo Mondiale in nazionale maggiore e per loro varrà anche il fattore emozione: lo stadio del nuoto sarà gremito di spettatori e, lo dico per esperienza personale, la prime volta è facile perdere la testa…
Tommaso Rinaldi è alla sua seconda esperienza ed reduce dall’ Olimpiade di Londra; dopo gli Europei di Rostock sembra aver capito il giusto approccio alla gara, lo ha sperimentato con successo al GP di Bolzano e non gli resta che ingranare la stessa marcia in terra spagnola.
Per la piattaforma tutti i riflettori sono puntati su Andrea Chiarabini, che dopo l’esordio di Roma ’09 è tornato ad affrontare un Mondiale con la nazionale A. Andrea non ama stare sotto i riflettori e per lui questo sarà il principale avversario; ad aiutarlo i suoi “colleghi” Francesco Dell’Uomo e Maicol Verzotto, di gran lunga più esperti, che dovranno anche cercare di ripetere, e perchè non migliorare, le ottime prestazioni viste a Rostock e a Bolzano.
Non sarà quindi una passeggiata, ma i nostri ragazzi questo lo hanno sempre saputo, come lo sanno anche i cinesi: un tempo ritenuti imbattibili, forse si sono un pò adagiati sugli allori e a Londra ne hanno fatto le spese. Anche loro sanno bene che nello sport dei tuffi nulla è scritto e che basta un attimo, un battito di ciglia nel momento sbagliato, una leggera folata di vento e tutta la gara potrebbe cambiare, nel bene o nel male, e che fino all’ ultimo tuffo il risultato finale potrebbe cambiare se non si getta la spugna e si continua a saltare con il proprio obbiettivo ben chiaro nella testa.
In bocca al lupo ragazzi!