Anche per quest’anno si sono concluse le prestigiose World Series, ed ora è il momento di tirare le somme.
Basterebbe elencare le fredde classifiche finali e dire che la Cina ha dominato meno rispetto al passato e se questa affermazione è indubbiamente vera, andando a scavare un pò più in profondità si potranno ottenere delle informazioni più precise e preziose.
Se da un lato queste World Series hanno dimostrato come alcune nazioni stiano “accorciando le distanze” con la Cina, dall’altro affermare che la super potenza orientale non sia più così “super” è un pò come cadere in un tranello.
E’ vero: quest’anno le classifiche finali sono state vinte da Tonia Couch (Inghilterra) per la piattaforma femminile, Jennifer Abel (Canada) per il trampolino femminile e da Jack Laugher (Inghilterra) per il trampolino maschile. La Cina è rimasta in vetta solo nella piattaforma maschile con Jian Yang: rispetto al 2014 una situazione completamente invertita, ma è proprio qui che bisogna iniziare ad andare un pò più in profondità.
La scorsa stagione gli atleti cinesi hanno preso parte a tutte le tappe, conquistando così tutti i punti necessari per competere ad armi pari con gli avversari; quest’anno invece nessun tuffatore con gli occhi a mandorla ha partecipato al ciclo completo, tutti tranne Yang, che infatti ha stravinto con 3 vittorie, due secondi posti ed una terza posizione.
He Chong, He Zi e Che Ruolin, senza tener conto delle “seconde linee”, hanno tutti e 3 due gare in meno, mentre chi ha vinto le ha tutte: atleti del loro calibro, che comunque quest’anno abbiamo visto sbagliare, sicuramente con due gare in più avrebbero accumulato i punti necessari per vincere e tutto sarebbe stato come il 2014, se non addirittura meglio.
Le gare dei tuffi sincronizzati, normali e misti, sono la cartina tornasole: dominazione cinese totale, senza possibilità di scampo.
La Cina quindi è sempre la super potenza dei tuffi, ma sicuramente alcuni dei suoi atleti di punta stiano “invecchiando” e dopo Rio assisteremo ad un ricambio generazionale; le World Series di quest’anno hanno messo in luce come anche loro possano sbagliare e come giovani atleti di altri paesi stiano iniziando a mettergli il fiato sul collo: Jack Laugher, Jennifer Abel, Maeghan Benfeito, Tonia Couch, un ritrovato Tom Daley, questi sono i nomi degli atleti – e di conseguenza delle nazioni, Canada e Inghilterra – che ai prossimi Mondiali di Kazan, ma sopratutto alle Olimpiadi di Rio, potrebbero mettere i bastoni tra le ruote all’Impero d’Oriente.
Guardando quindi con un “occhio nuovo” le classifiche di questo 2015 possiamo dire che Tonia Couch e tom Daley non sono più forti di Chen Ruolin e Qiu Bo e che Jennifer Abel e Jack Laugher per battere i loro rispettivi avversari dovranno superare la perfezione, anche se i ranking delle World Series dicono il contrario.
La certezza che abbiamo è quella che l’Inghilterra, il Canada, ma anche la Russia, l’Australia e il Messico, stanno costruendo e anche molto bene: investono negli allenatori, negli impianti ed hanno le persone giuste che lavorano sodo per guidare le squadre. Basti pensare a Michel Larouche che sta lavorando in Australia al fianco di Chava Sobrino o a Alexei Evangulov, che dal guidare la Russia è passato al timone dell’Inghilterra.
E l’Italia?
Rispetto al 2014 gli unici atleti invitati alle WS sono stati Tania Cagnotto e Francesco Dell’Uomo, ma quest’ultimo ha deciso di non prendervi parte per dedicarsi di più agli allenamenti in vista dei Mondiali.
La squadra, grazie alla richiesta avanzata dalla FIN, è stata poi allargata con delle “wild cards”: Maicol Verzotto, Noemi Batki e Francesca Dallapè, ma purtroppo i risultati non sono stati quelli della scorsa stagione.
La Cagnotto, non avendo completato tutto il circuito, non aveva i punti necessari ed in più uno sfortunato incidente durante la prima tappa non le ha permesso di saltare al meglio: è così passata dalla seconda posizione del 2014 alla decima; anche nelle gare sincro “tradizionali” il mix di poche presenze e qualche errore di troppo, ha fatto scivolare le azzurre al settimo posto, che ricorda molto da vicino l’ottavo posto della Coppa del Mondo 2014.
E se i nuovi talenti sono un pericolo per la Cina, lo sono ancora di più per noi: la Abel in particolar modo sarà un’avversaria che sia nelle prove individuali che in quelle sincronizzate in coppia con Pamela Ware, ci darà del filo da torcere.
Sarà quindi scontro: l’esperienza e lo stile contro l’irruenza e la potenza della gioventù; i prossimi Mondiali ed i risultati che arriveranno saranno preziose informazioni per prepararsi al meglio per quello che sarà l’appuntamento clou, le Olimpiadi di Rio, nel 2016.
Dopo sarà di nuovo il momento di tirare le somme per poi decidere che direzione prendere.