Il tre volte “atleta dell’anno” per gli Stati Uniti d’America, nonché pluri-medagliato olimpico David Boudia ha annunciato proprio ieri durante una conferenza stampa che ritornerà ai tuffi, mettendo fine alla sua “pausa” di un anno dopo i Giochi Olimpici Rio 2016.
Boudia ha preso questa decisione nel mese di gennaio e a giugno è tornato ad allenarsi.
“Sono di nuovo in attività da giugno e spero di riuscire a far parte della squadra ai Giochi Olimpici di Tokyo“, ha dichiarato.
“Durante il mio ritiro ho avuto l’opportunità di salire su un palco a parlare, sia ai miei fan che ad un pubblico di fedeli”. “Penso che non sia un segreto, la mia fede è la mia guida, per cui potendo vedere quante persone avrei potuto influenzare su questo grande palcoscenico, ho realizzato quanto grande fosse la mia responsabilità: allora ho deciso di andare fino in fondo”.
“Guardando indietro negli ultimi quattro anni che mi hanno portato a Rio ho pensato alle occasioni perdute, dove avrei potuto essere un mentore migliore per miei compagni di squadra e più disponibile per le persone che mi avvicinavano. Credo che Dio mi abbia messo sulla piattaforma per questo motivo e quindi è fonte di grande motivazione sul perché ho deciso di continuare “.
Boudia, 20 volte campione nazionale, ha vinto una medaglia d’argento nei tuffi sincronizzato da 10 metri e una medaglia di bronzo nell’evento individuale della piattaforma da 10 metri maschile l’estate scorsa alle Olimpiadi di Rio, ma quattro anni prima è tornata a casa da Londra con una medaglia d’oro vinta sempre nella prova individuale ed una medaglia di bronzo nel sincro alle Olimpiadi del 2012. La sua medaglia d’oro olimpica del 2012 è stata la prima vinta da un uomo statunitense dopo Greg Louganis nel lontano 1988.
Ma la sua vita non è stata tutta successi e medaglie: ha confessato che in passato, più di 10 anni fa, ha avuto problemi con alcol e marijuana, e che al ritorno dalle Olimpiadi di Pechino era caduto in depressione, tanto da aver pensato più volte al suicidio. Chi lo ha aiutato ad uscirne è stato il suo coach Adam Soldati e la fede in Dio, che lo hanno fatto crescere prima spiritualmente e poi psicologicamente fino a farlo diventare un campione.
Dopo Rio la decisione di prendersi un anno per decidere del suo futuro; ha cambiato completamente vita, è diventato un agente immobiliare tutto lavoro e famiglia, ma poi si è reso conto che qualcosa mancava.
“Se mi avessero chiesto nel 2015 cosa avrei fatto dopo Rio, avrei risposto senza ombra di dubbio:”Lascio! Sono esausto!” “Uno dei grandi motivi per cui ho smesso con i tuffi, oltre a essere esaurito mentalmente, è stato che il mio sport non fosse quello che dovevo fare nella vita. Hai tutte le persone intorno che ti dicono:” Oh, stai invecchiando, hai 28 anni, devi cominciare a pensare al ritiro e a quello che vorrai fare nella vita”.
“I miei compagni di squadra mi chiamavano “nonno”. Nella mia mente pensavo che forse era giunto il momento per me di mettere da parte lo sport”.
“Ma oggi, a più di un anno di distanza mi sono reso conto che mi mancano gli allenamenti, i compagni di squadra e poi non voglio avere rimpianti, per me, per la mia famiglia, per il mio allenatore e per tutte le persone che credono in me; non è stata una decisione facile, ma non voglio arrivare a 35 o 40 anni e pensare: “cosa sarebbe successo se ci avessi provato ancora una volta?” Lo farò e basta”.
Boudia e sua moglie Sonnie hanno avuto il loro secondo figlio il 24 agosto.
“Proverò a qualificarmi per un’altra Olimpiade, la quarta e non sarà facile, ma so che è la decisione giusta!”
Fonte articolo: www.teamusa.org
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