Annuncia il ritiro a 28 anni da poco compiuti Abby Johnston, due volte olimpionica e medaglia d’argento per gli Stati Uniti d’America alle Olimpiadi di Londra 2012 in coppia con Kelci Bryant nel sincro 3 metri (la gara che tanto ci ha fatto disperare a quei Giochi). La tuffatrice americana, quinta in semifinale individuale ai Giochi di Rio, era poi precipitata al dodicesimo e ultimo posto nella finale, che sarebbe stata l’ultima gara della sua carriera.
La lettera di addio allo sport rivela anche i suoi progetti futuri: la Johnston è infatti in procinto di laurearsi all’importantissima Università Duke, nella Carolina del Nord, che ha continuato a frequentare nonostante i suoi numerosi impegni sportivi, e perseguirà la carriera medica. Un grosso in bocca al lupo a Abby per i suoi progetti futuri!
Mi ero già quasi ritirata nel 2012. Con una medaglia d’argento in mano, sembrava la decisione più intelligente. Ma il mio amore dello sport mi ha impedito di andarmene, e perciò ho iniziato un’altra sfida olimpica con nuovi obiettivi e nuove sfide.
Io e uno dei miei più cari amici nello sport, Kristian Ipsen, abbiamo parlato a lungo su quale dovesse essere la nostra eredità nello sport. Abbiamo deciso che era egoistico pensare che saremmo entrati nell’immortalità delle leggende dei tuffi. Presto una nuova era di tuffatori, che erano bambini quando io ero alle mie prime esperienze, dominerà questo sport e al massimo si ricorderanno del mio nome. Altri potrebbero misurare la mia carriera con dei freddi numeri – titoli nazionali, medaglie, Giochi Olimpici – ma non riuscirebbero a riassumere di cosa sono stata più fiera nei miei 15 anni in questo sport.
Oggi, mentre scambio ufficialmente il mio costume con un camice bianco da dottoressa, sono felicissima di non essermi ritirata nel 2012, un’epoca che molti considererebbero il picco della mia carriera. Per me, la mia carriera non è mai stata la ricerca dell’acclamazione. Sono orgogliosa delle mie amicizie ineguagliabili, delle lezioni di vita, delle esperienze che i tuffi mi hanno portato ad affrontare. Ho visto i miei genitori sacrificare tempo e denaro per i miei allenamenti, anche quando quel denaro non era poi così tanto. Ho incontrato alcuni dei miei amici più cari, che continuano a ispirarmi ogni giorno. Ho viaggiato per il mondo e sono stata onorata di indossare i colori della mia nazione. Ho studiato in un’università prestigiosa con una borsa di studio che ho ottenuto grazie ai tuffi, e presto diventerò una dottoressa. I tuffi hanno fatto per me più di quanto io possa descrivere e sarà impossibile ripagare la mia gratitudine per queste opportunità.
Grazie alla Federazione degli Stati Uniti, ai miei allenatori, ai compagni di squadra, agli amici e più di ogni altro alla mia famiglia. Non sarei chi sono adesso se non aveste tifato e creduto in me.
Fonte: SWM. Foto: H. How.