In attesa della finale sincro femminile dalla piattaforma (con Chiara Pellacani e Noemi Batki) abbiamo potuto apprezzare una grande finale maschile: il trampolino maschile è da diversi anni una delle gare più spettacolari dei tuffi e anche la finale della FINA Diving World Cup di Wuhan non ha fatto eccezione, mostrando un’altissima qualità generale e dei due atleti cinesi in particolare. Assenti gli azzurri (Lorenzo Marsaglia, ottimo in eliminatoria, si è classificato 17° in semifinale; Giovanni Tocci subito fuori in eliminatoria), Cao Yuan e Xie Siyi hanno dato spettacolo in casa propria, disputandosi i primi due posti sul podio a colpi di voti altissimi e quantomai meritati, lasciando le briciole agli avversari.
Unico a restare a galla, almeno per la prima metà di gara, è stato il britannico Jack Laugher, il favorito per il terzo posto sul podio; all’inizio è riuscito a restare aggrappato ai due tuffatori cinesi e anzi a piazzarsi tra loro. Ma è bastata una rotazione, la quinta, per cambiare le carte in tavola: il quadruplo e mezzo avanti di Laugher, uno dei cavalli di battaglia del britannico, è finito troppo abbondante, rimediando “solo” 72 punti. Un errore fatale per le speranze quantomeno di un argento, perché i cinesi hanno piazzato il colpo del KO: triplo e mezzo ritornato carpiato di Xie Siyi da 99.90 punti, doppio e mezzo avanti con tre avvitamenti per Cao Yuan da 99.45 punti!
La gara si è così avviata verso la sua naturale conclusione, con Xie Siyi oro con 557.60 punti e Cao Yuan argento a 544.60 punti; bronzo a Laugher, con i suoi 515.00 punti che in Europa non temono rivali, ma che significano quasi 30 punti dall’argento in un contesto mondiale.
Per quanto riguarda la gara nella gara, i tuffatori fino all’ottavo posto si sono qualificati per le FINA World Series 2019: si tratta dei messicani Pacheco e Castillo, rispettivamente quarto e sesto; e poi del tedesco Hausding, che centra un ottimo quinto posto dopo una stagione travagliata, dell’irlandese Dingley (alla sua seconda qualificazione dopo quella olimpica) e del giapponese Sho Sakai.