Quest’anno la Red Bull Cliff Diving World Series ha festeggiato la sua decima stagione, e per celebrare questa occasione la leggenda dei tuffi dalle grandi altezze, il colombiano Orlando “Il Duca” Duque, si è seduta per guardarsi indietro e rispondere ad alcune domande sugli alti e bassi, le gioie e i rimpianti, il passato e il futuro, avendo da poco annunciato il suo ritiro.
La World Series festeggia il suo decimo compleanno quest’anno: cosa scriveresti sul biglietto d’auguri?
Sulla cartolina di compleanno scriverò ovviamente “Buon decimo compleanno, vi auguro ancora molti altri scogli, acqua sempre calda e di andare dritti fino alle Olimpiadi”.
Il ciff diving è la tua passione. Red Bull Cliff Diving è stata una parte importante della tua vita negli ultimi dieci anni. Quali sono le cose che ti vengono in mente quando pensi a come hai impiegsto la tua vita fin qui?
I tuffi in generale sono stati una parte importante della mia vita. Ma questi ultimi dieci anni di Red Bull Cliff Diving sono probabilmente i più divertenti che io abbia mai avuto. Allenarsi, gareggiare, viaggiare in quei posti meravigliosi è ciò che amo fare. Andare in giro con grandi amici, un grande team, è un sogno che si avvera. Penso che la maggior parte delle persone a cui ho raccontato queste cose non possa immaginare che questo sia il mio lavoro.
Sei l’unico tuffatore che senza dubbio ha avuto un grande impatto su questo sport. Sei la “firma” della Red Bull Cliff Diving: se guardi indietro negli ultimi dieci anni, quali sono le cose che ti rendono orgoglioso?
Di sicuro ciò che mi rende orgoglioso è la creazione della Red Bull Cliff Diving. 10 anni fa c’è stato un momento in cui stavo pianificando il mio ritiro, stavo lottando per avere più gare e la Red Bull alla fine decise di creare una World Series per i tuffi dalle grandi altezze. Questo è ciò che lo sport meritava e proprio questo inizio è stato un grande passo.
Vincere ovviamente è qualcosa che mi rende davvero orgoglioso, è quello per cui ci alleniamo tutti.
Inoltre mi ha reso molto orgoglioso che la FINA abbia riconosciuto il nostro sport e lo abbia incluso nel loro calendario gare insieme a tutti gli altri sport acquatici. Penso che sia un grande passo e se è successo è stato solo grazie al Red Bull Cliff Diving. La FINA finalmente si rese conto che eravamo un gruppo professionale di atleti.
Quest’anno per me sarà l’ultimo, ho deciso di “appendere il costume al chiodo”, ma penso che ci sia ancora spazio per crescere. E spero che potrò ancora far parte di questo mondo.
Hai avuto dei rimpianti?
Non direi troppi. I tempi difficili sono stati quando abbiamo dovuto tuffarci in condizioni difficili, o le gare che abbiamo dovuto cancellare. Oltre a questo, credo sia stato un “viaggio” abbastanza buono. La maggior parte delle persone ha delle sfide nel proprio ufficio, nei loro lavori quotidiani, e anche per i tuffi dalle grandi altezze è così. Ma non ho rimpianti: ho trascorso buona parte della mia vita tuffandomi, mi è piaciuto ogni minuto.
Qual è il più grande successo delle World Series?
Penso che il più grande risultato delle World Series sia stato quello di prendere uno sport che per le persone normali sembra una follia e renderlo qualcosa di più professionale, reale, che ora questa disciplina abbia anche una possibilità di entrare a far parte dei Giochi Olimpici. Prima i tuffatori olimpici ci guardavano come se fossimo dei pazzi, come artisti da circo e ora invece siamo dei professionisti. Questo è uno sport con un circuito mondiale completo, i propri Campionati del Mondo e Coppa del Mondo. È cresciuto in qualcosa di molto più grande e penso che sia stato grazie alla creazione di Red Bull Cliff Diving.
Oltre alle vittorie, ai record e al raggiungimento dello status di “leggenda del cliff diving”, qual è stato il tuo più grande successo negli ultimi dieci anni?
Io non guardo troppo indietro a quello che ho fatto… Ricordo di aver vinto molte gare e di essere in una posizione davvero buona nello sport e di volere fare ancora di più. Le persone possono chiamarmi leggenda o qualsiasi altra cosa, non la vedo così, potrei solo essere il “volto” di questo sport. Ma penso che lavorando tutti insieme, siamo arrivati dove siamo. Mi aspetto ancora di più, ho ancora un anno di gare davanti a me e spero di poter ottenere ancora un po’ di cose e aggiungerle a quella lunga lista di cose belle che sono successe.
Guardando gli sviluppi negli ultimi nove-dieci anni, cosa è cambiato di più? Che cosa era necessario per essere il più forte e che cosa serve ora?
Come sai il nostro sport si è sviluppato molto nella parte tecnica: adesso i tuffi sono più difficili. Tuttavia, un po’ di qualità è stata sacrificata, ma ora penso che si stia tornando alla qualità. Diciamo che in passato una forte tenuta mentale, un’ottima capacità di concentrarsi aiutava molto, perché non facevamo troppe gare. Ora invece affrontiamo un’intera stagione, bisogna essere concentrati per un anno intero.
Anche fisicamente devi essere molto in forma per evitare infortuni. Vedo molti ragazzi, incluso me stesso, che terminano le stagioni con infortuni o addirittura non riesco nemmeno a finire le stagioni. Rispetto al passato ora è tutto in evoluzione, un continuo cambiamento: la preparazione fisica, abbiamo centri di formazione, abbiamo federazioni coinvolte, ora abbiamo allenatori! Un sacco di allenatori si sono uniti a noi.
Io mi alleno ancora alla vecchia maniera; potrebbe anche non funzionare, ma sto anche invecchiando e questo potrebbe anche essere un fattore importante. Tuttavia, lo sport è cambiato e penso che sia cambiato per il meglio e abbia ancora spazio per crescere.
Come vedi il cliff diving tra dieci anni?
Dieci anni da oggi spero che la Red Bull Cliff Diving sia ancora in circolazione, viaggiando per il mondo. È uno sport così bello, le persone sono sempre molto accoglienti con i tuffatori, felici di ospitare una tappa della World Series nella loro città. Quindi, spero che il Red Bull Cliff Diving continui ad andare avanti, spero di vederlo alle Olimpiadi, questo sarà il mio scopo, il mio obiettivo per i prossimi anni: spingere davvero forte per assicurarmi che arrivi alle Olimpiadi. Penso che questo sia il prossimo passo naturale.
Dove ti vedi tra dieci anni da oggi? Sarai ancora coinvolto nei tuffi dalle grandi altezze?
Io tra dieci anni… Oh, hey, è difficile da dire. Credo di essere stato fortunato in molte cose in cui ho messo tutta la mia energia e i miei pensieri. Quindi spero che sarò ancora nel mondo del Cliff Diving. Spero di poter guidare la carica ai Giochi Olimpici. Vorrei poter essere lì quando i ragazzi gareggeranno, io di sicuro non gareggerò alle Olimpiadi. Ma spero di poter essere lì, guardando con speranza alcuni dei miei amici che combatteranno per quella medaglia. Probabilmente farò ancora tuffi, a 54 anni sei ancora piuttosto giovane, magari qualche gara master. I tuffi di sicuro sono stati una parte importante della mia vita, e non credo che tra dieci anni questa cosa cambierà troppo.
Fonte: sito ufficiale Redbull Cliff Diving.