Comincerà tra due mesi l’undicesima edizione delle RedBull Cliffdiving World Series, il tour mondiale dedicato ai tuffi dalle grandi altezze, una specialità ormai consolidata nel parterre degli sport d’acqua e che, in questa stagione, farà parte ancora una volta del programma dei Campioanti Mondiali.
Sette le tappe dell’edizione 2019, tra cui solo quattro confermate dallo scorso anno: il general manager Greg Louganis ha selezionato diverse candidature per permettere all’high diving di raggiungere ambientazioni suggestive e ai suoi tuffatori di cimentarsi in condizioni nuove. Tra le location confermate c’è per fortuna Polignano a Mare, che il 2 giugno riabbraccerà con il suo consueto calore i 24 tuffatori (14 uomini e 10 donne) partecipanti.
La tappa di apertura sarà Palawan, nelle Filippine, il 13 aprile; dichiarata qualche anno fa “l’isola più bella del mondo”: l’arcipelago di cui fa parte è un’oasi naturalistica incontaminata con numerose specie in via di estinzione, e la sua posizione nel mezzo del Pacifico rende El Nido assolutamente mozzafiato.
Dopo un mese, il 12 maggio, si farà tappa in un’altra delle nuove location, l’Irlanda: il Grand Canal Dock di Dublino, la “Silicon Valley” della nazione, un quartiere giovane e dinamico nel pieno centro della capitale irlandese.
Dopo la tappa di Polignano a Mare, il 22 giugno i tuffatori partiranno per São Miguel, al largo del Portogallo: l’isolotto delle Azzorre è una tappa molto amata del circuito, come quella italiana, e ritornerà anche in questa edizione. Completamente nuova invece sarà la prima esperienza in Libano, l 14 luglio, dove i tuffatori si lanceranno dalla parete rocciosa del quartiere Raouché della capitale Beirut.
Dopo una pausa per i Mondiali, le ultime due tappe saranno Mostar, in Bosnia ed Erzegovina, con la grande classica dal ponte dello Stari Most (24 agosto) e la finalissima a Bilbao, in Spagna, accanto al Guggenheim Museum (14 settembre).
Dieci i tuffatori fissi, o permanent diver, selezionati in base ai risultati dello scorso anno: oltre al campione in carica, il britannico Gary Hunt, hanno mantenuto il proprio posto in top 10 il connazionale Blake Aldridge, i due americani Steven LoBue e Andy Jones, il ceco Michal Navratil, il messicano Jonathan Paredes e il polacco Kris Kolanus. Anche lo statunitense David Colturi, grazie alla clausola assicurativa di protezione in caso di grave infortunio, ha potuto mantenere il suo posto per un anno. I due nuovi ingressi sono il rumeno Constantin Popovici e l’ucraino Oleksiy Prygorov, che hanno fatto una grande stagione lo scorso anno e che sono finiti sul podio della High Diving World Cup FINA. Sono due atleti provenienti dai tuffi tradizionali e che hanno partecipato ai Giochi Olimpici: Prygorov è stato medaglia di bronzo nel sincro 3 metri con Kvasha nel 2008, mentre Popovici ha partecipato alla stessa edizione da 10 metri e ha intenzione di provare a qualificarsi anche per le Olimpiadi di Tokyo.
Escono invece dal roster Orlando Duque, dopo una leggendaria carriera che porterà il colombiano a ridurre gradualmente i suoi impegni sportivi, e il nostro Alessandro De Rose, la cui annata è stata inferiore a quella, straordinaria, del 2017 che lo aveva portato a qualificarsi tra i migliori dieci al mondo: per loro, come per tutti gli altri tuffatori wildcard, la possibilità di prendere parte ad alcune delle sette tappe del circuito e di guadagnare punti utili per provare a riqualificarsi il prossimo anno.
Novità anche nel roster femminile: sono state confermate la campionessa in carica, l’australiana Rhiannan Iffland, la messicana Adriana Jimenez, la canadese Lysanne Richard e la bielorussa Yana Nestsiarava, mentre entrano la britannica Jessica Macaulay e la statunitense Eleanor Smart. Finisce per la prima volta tra le wildcard la veteranissima statunitense Ginger Huber, così come la tedesca Anna Bader.
Foto: Romina Amato/RedBull