Una vicenda incredibile quella che nelle ultime ore ha coinvolto l’ex tuffatore messicano Carlos Girón Gutiérrez, 65 anni, medaglia d’argento alle Olimpiadi di Mosca 1980 davanti a Giorgio Cagnotto e ricoverato da tre settimane all’ospedale La Raza di Città del Messico per una grave forma di polmonite.
L’ufficio stampa della Federazione messicana, nella giornata di mercoledì, ha infatti espresso le proprie condoglianze comunicandone ufficialmente la morte attraverso le parole della presidente del Comitato Olimpico nazionale, Ana Gabriela Guevara – notizia risultata falsa!
Facciamo chiarezza su questo clamoroso cortocircuito mediatico.
Gli addetti stampa della Federazione e del Comitato Olimpico hanno infatti tratto conclusioni affrettate a partire dal comunicato dell’ospedale, presso cui Girón è ricoverato in prognosi riservata dal 20 dicembre per una polmonite aggravata da infezione batterica, che nel loro bollettino hanno dichiarato di aver “staccato il respiratore” all’ex tuffatore. Per un banale quanto incredibile equivoco, è stato pensato che la sua vita dipendesse dalle macchine, e da qui il comunicato da parte di CONADE, ritenuto senz’altro una fonte autorevole: nessun media ha contestato (e non c’era motivo perché lo facesse) una dichiarazione simile da parte dei più alti organi sportivi.
La morte di Girón è stata smentita separatamente da due dei suoi figli, Carlos Jr. e Silviana, soltanto parecchie ore dopo e a notizia battuta da tutte le agenzie di stampa locali e parecchi media internazionali. Le condizioni di salute di Girón sono gravi e la prognosi resta riservata, ma il respiratore sarebbe stato staccato perché ora sarebbe in grado di respirare autonomamente e lottare anche con l’aiuto delle terapie per migliorare le proprie condizioni di salute. Nel 2013 è già brillantemente sopravvissuto a un aneurisma all’aorta, scoperto per caso durante un controllo di routine.
Dopo essere stato una riserva all’edizione di Città del Messico 1968, Carlos Girón ha preso parte a quattro edizioni consecutive dei Giochi Olimpici, da Monaco 1972 a Los Angeles 1984, qualificandosi sempre in finale in tutte le gare; specialista dal trampolino 3 metri (ma ha in carriera anche un quarto posto dalla piattaforma, sempre a Mosca nel 1980), nel suo palmares ha anche una medaglia d’oro alla Coppa del Mondo di tuffi del 1981, nell’edizione casalinga di Città del Messico. La sua medaglia d’argento alle Olimpiadi di Mosca fu fonte di contestazioni: in testa sia nell’eliminatoria che in finale, fu superato dall’atleta di casa Aleksandr Portnov dopo che a quest’ultimo fu concesso di ripetere un tuffo sbagliato, perché il giudice arbitro ritenne che fosse stato disturbato dagli schiamazzi del pubblico dell’adiacente piscina del nuoto, dove era stato appena battuto un record mondiale.
In seguito, dopo qualche anno nella categoria Master, è diventato un apprezzatissimo telecronista sportivo e un allenatore di tuffi in Spagna, ha ricoperto incarichi politici a Città del Messico e ha creato una fondazione per i bambini africani resi orfani a causa dell’AIDS.