La Federnuoto ha pubblicato un corposo compendio di linee guida per la riapertura in sicurezza degli impianti sportivi dotati di piscine e palestre, per favorire il più possibile la ripresa nella cosiddetta “fase 2” delle attività degli sport acquatici.
Per gli impianti che potranno essere messi a norma in base alle linee guida in questione, sarà possibile per gli atleti riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato Olimpico e dalla FIN riprendere gli allenamenti a porte chiuse, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e con un numero ridotto di atleti per ciascun turno (per garantire una media di almeno 10mq di spazio acqua per atleta), a partire dal prossimo 4 maggio, in vista della preparazione alla partecipazione ai Giochi Olimpici di Tokyo o a manifestazioni nazionali o internazionali.
Il regolamento – disponibile sul sito della Federnuoto – è stato redatto dalla commissione tecnico-scientifica istituita dal presidente Barelli, supervisionata dalla FIN e composta da membri interni (i professori Marco Bonifazi, Roberto Del Bianco e Giovanni Melchiorri, i dottori Antonio De Pascale e Lorenzo Marugo e il geometra Maurizio Colaiacomo) ed esperti esterni, ovvero i professori Massimo Andreoni, Giovanni Di Pierri, Francesco Landi ed Emanuele Montomoli.
Se il contenimento della pandemia da COVID-19 dovesse continuare nei parametri attuali (o meglio), dal 18 maggio sarà permesso rientrare anche a chi pratica l’attività motoria e sportiva di base, sempre nel rispetto delle nuove normative (almeno 7mq di spazio acqua per atleta).
La riapertura dipenderà ovviamente anche dalla possibilità, per gli impianti sportivi e per chi li gestisce, di adeguare le strutture secondo le nuove e restrittive norme, anche per quanto riguarda spogliatoi, docce, spazi comuni e così via. Appare invece più semplice l’apertura delle piscine all’aperto per la stagione estiva.
La nuova normativa rientra in un più ampio piano di sostegno delle società sportive da parte del presidente Barelli, che ha varato una prima manovra di sostegno del valore di 4 milioni di euro per supportare le associazioni colpite dall’emergenza anche dal punto di vista economico. La Federnuoto ha infatti stabilito per la stagione 2020-2021:
- l’azzeramento dei costi di affiliazione, del tesseramento degli atleti, delle licenze di scuola nuoto federali, dell’iscrizione ai campionati di pallanuoto a livello nazionale e regionale;
- la formazione di un fondo destinato alle iscrizioni alle gare di nuoto, nuoto di fondo, tuffi, nuoto sincronizzato e nuoto per salvamento;
- la riduzione del 20% dei costi delle collaborazioni tecnico-sportive federali in essere;
- l’adesione a strumenti di sostegno al reddito per i dipendenti federali, con la possibilità di usufruire di integrazioni salariali per garantire quanto già percepito durante il periodo di crisi.
Al momento, e fino a nuova disposizione per Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (ultimo aggiornamento 26 aprile), restano sospese le gare sportive e ogni altro evento sul territorio italiano.
Queste le parole del presidente Barelli di oggi che chiedono tempi e modalità di riapertura: “Servono certezze, il Governo deve assumersi le proprie responsabilità e annunciare quando sarà possibile riaprire gli impianti per l’attività di base. Altrimenti come è possibile per i gestori coprire i costi di una riapertura per far allenare pochi campioni? Attendiamo chiarimenti, serve immediatamente un contro-decreto perché in questo manca completamente l’orizzonte. Il provvedimento non dà prospettiva al mondo dello sport, si parla soltanto degli allenamenti degli atleti di interesse nazionale dal 4 maggio. Se serve un maestro di scuola elementare per scrivere meglio in italiano il testo siamo a disposizione, ma ci devono dire quando sarà possibile riaprire gli impianti: non è possibile farlo per pochi atleti, seppure importanti, perché mancherebbero le risorse per andare avanti”.
“Le società sono arrabbiate e non sanno che pesci prendere. Se questo decreto vuole disegnare la fase 2a, serve immediatamente una fase 2b: i gestori devono sapere quando possono riaprire, naturalmente nel rispetto delle norme. Chi paga altrimenti gli allenamenti degli atleti di vertice? La federazione può farlo con il centro di Ostia, ma il resto d’Italia? Il Governo deve prendere una decisione e assumersene la responsabile, perché se si va avanti con la lanterna é impossibile riaprire gli impianti sportivi”.