Dopo il focus sulla Francia, torniamo a parlarvi della situazione sportiva (e dei tuffi nello specifico) in un’altra nazione in difficoltà a causa della pandemia da COVID-19, questa volta con qualche buona notizia. TuffiBlog ha già dedicato diversi articoli (il 9 luglio, il 27 luglio e il 16 agosto scorsi) alla Gran Bretagna, ma sebbene due impianti di alto livello (Plymouth e Crystal Palace) restino chiusi fino a 2021 inoltrato, buona parte delle piscine ancora chiuse ha potuto riaprire i battenti nel corso dell’ultimo mese e mezzo.
I “big” hanno ricominciato gli allenamenti ad agosto, divisi tra Aberdeen e Londra, e una selezione nazionale (che include anche Tom Daley) ha approfittato della stagione ancora piacevolmente calda e delle restrizioni di viaggio non ancora in piena forza per il tradizionale camp di inizio autunno in Turchia, una delle sedi preferite per i britannici da alcuni anni.
La nazionale juniores e i progetti giovanili, rimasti “senza casa” da fine marzo, potranno invece rientrare il 26 ottobre – dopo ben sette mesi e dopo aver temuto la chiusura fino ad aprile 2021 – nell’impianto natatorio di Ponds Forge, la piscina di Sheffield che funge da centro di preparazione ufficiale e impianto di riferimento per i tuffatori d’élite. Con un finanziamento d’emergenza di ben 1,6 milioni di sterline (circa 1,75 milioni di euro), che graverà sul debito della città, il consiglio comunale si è mosso a fine settembre per sostenere la grave crisi che ha colpito la società Sheffield City Trust, che si occupa della gestione di diversi impianti sportivi e ricreativi in città. La data ufficiale della riapertura è stata annunciata mercoledì.
C’è da dire che lo Sheffield City Trust, costituito a inizio anni novanta per gestire l’Universiade organizzata proprio a Sheffield, è stata oggetto di numerose critiche nei suoi trent’anni di attività, lavorando spesso in perdita e con poca efficienza, e costringendo le autorità locali a numerosi rifinanziamenti – ultimo di questi un fondo di ben 15 milioni di sterline appena tre mesi fa, per salvare gli altri impianti gestiti dal Trust. Quest’ultimo si difende affermando che servono 30 milioni di sterline annui per la gestione di tutti gli impianti a sua disposizione, e che con l’impossibilità di vendere biglietti d’ingresso per cinema, teatri e attività sportive a causa della pandemia infligge loro una perdita secca di oltre 600mila sterline alla settimana.
Ponds Forge ospita fino a 360 tuffatori, tra l’élite di tuffi delle varie categorie juniores e gli atleti del locale club, e ben sette squadre di sport acquatici, impossibilitati a praticare le loro attività dal lockdown di fine marzo. È parte di un progetto su cui sono stati fatti importanti investimenti e da cui è nata una delle nazionali indubbiamente più forti del nostro sport, che nel corso dell’ultimo decennio è riuscita a lanciare campioni di livello assoluto e ad arrivare anche alle medaglie olimpiche in più occasioni. Ha ospitato quattro tappe delle FINA Diving World Series (dal 2007 al 2009 e nel 2011), prima di cedere il testimone all’impianto olimpico di Londra, ed è dotata di un centro di preparazione all’avanguardia, con due palestre di allenamento a secco, un air track, sei trampolini da 1 metro e quattro da 3 metri, e una piattaforma completa di tutte le altezze.
Foto: SheffieldDiving/Twitter