Sembra incredibile, ma il nostro pesce d’aprile della scorsa settimana non era poi così lontano dalla realtà, anche se non si trattava della Cina ma di un paese ad essa confinante: il sito web del Ministero dello Sport della Corea del Nord ha infatti annunciato la rinuncia ufficiale da parte della squadra olimpica nazionale alla partecipazione ai prossimi Giochi di Tokyo.
La motivazione ufficiale, espressa a seguito della riunione del Comitato Olimpico nordcoreano dello scorso 25 marzo ma resa nota solo martedì (lunedì in Italia), è di “proteggere gli atleti dalla crisi sanitaria globale, causata dal COVID-19”.
Ne ha dato notizia la sezione asiatica del New York Times.
La Corea del Nord dichiara, tra lo scetticismo generale, di non avere casi interni di COVID-19: sebbene l’isolamento del paese abbia certamente aiutato a contenere l’importazione di infetti, la crisi economica e un livello di sanità non eccelso, secondo gli esperti, avrebbe messo in grave difficoltà la nazione.
La nazionale nordcoreana ha partecipato ai Giochi Olimpici estivi solo a partire dal 1976, saltando peraltro le edizioni di Los Angeles 1984 (boicottaggio comunista) e Seoul 1988 (per rivalità con la Corea del Sud); a Sydney 2000 e ad Atene 2004 le nazionali delle due Coree hanno marciato con le squadre unificate alla cerimonia di apertura, anche se poi hanno gareggiato separatamente.
Per quanto riguarda i tuffi, la nazionale nordcoreana ha iniziato ad affacciarsi in campo internazionale a metà degli anni ’90, con risultati relativamente modesti fino a tempi recenti. Negli ultimi anni infatti sono diventate molto temibili le piattaformiste nordcoreane, complici una generazione talentuosa, l’adozione di allenatori di scuola cinese e il permesso governativo di potersi allenare saltuariamente all’estero.
Il miglior risultato olimpico è il settimo posto di Kim Un-hyang a Rio 2016, nella piattaforma 10 metri, mentre la migliore atleta è certamente Kim Kuk-hyang, che a soli 16 anni si aggiudicò una straordinaria medaglia d’oro dalla piattaforma ai Campionati Mondiali di Kazan 2015, chiudendo poco sotto i 400 punti e surclassando un parterre di altissimo livello.
Qualche giorno fa la Corea del Sud ha ufficializzato che presenterà una candidatura congiunta con la Corea del Nord per ospitare i Giochi Olimpici nel 2032, sebbene l’Australia sia ampiamente favorita con la candidatura di Brisbane & Queensland del Sud, ricevendo addirittura lo status di “preferred candidate city” dal CIO. In caso di vittoria di Brisbane – la decisione sarà presa entro il 2025 – è già deciso che vengano utilizzate o ammodernate le infrastrutture dei Giochi del Commonwealth 2018, pertanto le gare di tuffi si terrebbero presso l’impianto di Gold Coast, città del Queensland del Sud e già sede del tradizionale Grand Prix australiano.
Foto e Video FINA