Il ministro dello Sport del Giappone Tamayo Marukawa ha annunciato poco fa che le gare dei Giochi Olimpici disputate negli impianti compresi nel territorio della capitale Tokyo (tra cui i tuffi, che sono previsti presso il Tokyo Aquatic Centre) saranno disputate a porte chiuse, senza la presenza di pubblico. Già questa mattina il Primo Ministro Yoshide Suga aveva confermato che lo stato di emergenza in Giappone sarebbe stato riattivato dal 12 luglio al 22 agosto, a causa dell’aumento dei contagi nel paese tornato ai livelli di inizio maggio. Ne dà notizia per prima la CNN.
Le gare di tuffi saranno quindi in tutto e per tutto simili a quelle della Coppa del Mondo dello scorso maggio, che si era svolta parimenti a porte chiuse e con gli atleti “in bolla”, privati della possibilità di uscire dal luogo di soggiorno se non per andare in piscina o agli allenamenti.
L’annuncio è stato dato nel pomeriggio di oggi (a tarda sera in Giappone) dopo un incontro tra il governo, i rappresentanti del Comitato Olimpico Internazionale e quelli del comitato organizzatore, rappresentato da Seiko Hashimoto: “Abbiamo dovuto prendere una decisione molto dura ma non avevamo altra scelta, se non quella di disputare in forma limitata le gare.” Una cancellazione delle gare, a sole due settimane dall’inizio delle Olimpiadi e a pochi giorni dall’ingresso dei primi atleti nel paese, non è più un’opzione.
Il numero di casi gravi e la pressione sugli ospedali non è ovviamente paragonabile a quanto succedeva lo scorso inverno, ma tenendo conto delle varianti e dell’inevitabile afflusso di persone nel paese, il Primo Ministro Suga ritiene inevitabile aumentare le contromisure per evitare la diffusione dei focolai su scala nazionale. Gli eventi che si tengono al di fuori di Tokyo (per esempio: gli stadi di calcio, le gare di ciclismo, la vela, la pallacanestro, le gare di atletica a lunga distanza, il baseball e il softball, il golf e il surf) per il momento mantengono la possibilità di ricevere spettatori.