La finale maschile dalla piattaforma ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020, evento conclusivo del programma di tuffi, si riappropria dello scettro di “gara regina” dopo due turni eliminatori non indimenticabili: all’Aquatics Centre di Tokyo finalmente grande spettacolo con tuffi eccellenti e una serrata lotta per le medaglie. La Cina completa il filotto nelle gare individuali con il quarto oro e il quarto argento, andati a Cao Yuan e Yang Jian rispettivamente, separati da meno di due punti; ma il grande protagonista è ancora una volta Tom Daley che è terzo e conquista la quarta medaglia olimpica in carriera, la seconda a Tokyo 2020 dopo l’oro nel sincro e la seconda individuale dopo il bronzo di Londra 2012.
Grande testa a testa tra i primi tre, con Daley che dopo la prima metà di gara è addirittura primo con un avvio di gara travolgente: 98 punti sul triplo e mezzo rovesciato, 91 punti sul triplo e mezzo ritornato e 91 punti sul “tuffo fireworks”, il triplo e mezzo con avvitamento che porta in gara per compensare i problemi che ha con gli avvitamenti indietro! Tuttavia i cinesi non mollano, restando a una manciata di punti da lui, e quando Daley commette una piccola imprecisione sulla verticale indietro (l’unico tuffo non all’altezza del suo programma) si riappropriano delle prime due posizioni e prendono il largo a suon di “tuffoni”: al britannico non resta che gestire facilmente la difesa del bronzo negli ultimi due tuffi da una rimonta di Aleksandr Bondar riuscita soltanto a metà, sebbene la giuria sia stata un po’ severa con i due russi in gara, mentre la lotta per l’oro continua tra i due cinesi.
A spuntarla è meritatamente Cao Yuan, che nel corso della gara è stato più elegante e regolare e che ha saputo riscattarsi dall’errore nel sincro che gli è costato l’oro, ma il finale di gara conosce una nota stonata: dopo il suo impossibile quadruplo e mezzo avanti da 4.1 di coefficiente, davvero eccellente ma non perfetto, Yang Jian appare visibilmente contrariato dalla votazione della giuria che pure gli assegna due 9 e un 9.5 e un parziale di 112.50 punti, la votazione più alta della storia delle Olimpiadi.
Accenna perfino una protesta, un comportamento discutibile dal punto di vista sportivo, e perfino sul podio, al momento di ricevere la medaglia, fa cenno all’incaricata su quale delle due medaglie sul piatto – l’oro o l’argento – debba ricevere, nascondendosi dietro uno scherzo non esattamente di buon gusto. La vittoria di Cao Yuan è invece indiscutibile: chiude con il doppio con doppio da 102.60, terzo tuffo per lui sopra quota 101 punti in gara, e si aggiudica l’oro olimpico con 582.35 punti, contro i 580.40 di Yang e i 548.25 di Daley.
Quarto posto per Bondar, al rientro in un’Olimpiade dopo lo stop dovuto al cambio di nazionalità, seguito dal suo connazionale Viktor Minibaev che col quinto posto migliora di tre posizioni dal già buon risultato di Rio, e dai due “adolescenti terribili”: sesto posto per l’ucraino Oleksii Sereda, settimo per il 14enne giapponese Tamai Rikuto, che si candidano a protagonisti per l’inevitabile ricambio generazionale cui assisteremo a Parigi. Completa il lotto dei qualificati alle World Series l’australiano Cassiel Rousseau, che ha portato a casa tre gare eccellenti per un atleta che ha cominciato a fare tuffi soltanto da tre anni e che proviene dalla ginnastica artistica. Tra tre anni, con un programma ancora più competitivo e con più esperienza, potrà certamente stupirci ancora.
Il medagliere dei tuffi vede la Cina in vetta con sette medaglie d’oro sulle otto disponibili, e cinque medaglie d’argento. La Gran Bretagna è ovviamente seconda grazie all’oro del sincro piattaforma e alle due medaglie di bronzo individuali in campo maschile, mentre al terzo posto ci sono gli Stati Uniti con due medaglie d’argento e una di bronzo. Soltanto quarto il Canada, con l’argento nel sincro femminile unica luce di una spedizione altrimenti piuttosto deludente viste le ambizioni, e a seguire la sorprendente Germania con i due bronzi del sincro trampolino. Chiudono Australia, Messico e Comitato Olimpico Russo con un bronzo ciascuno.
L’Italtuffi torna a casa senza medaglie, che comunque non erano in preventivo visto il rinnovamento della nazionale, sebbene ci sia qualche rammarico per le occasioni presentatesi nelle due gare sincro dove le coppie azzurre avrebbero potuto ottenere qualcosa di più – idealmente anche un bronzo, con una gara perfetta. In campo individuale molto bene Sarah Jodoin Di Maria, arrivata in semifinale dalla piattaforma col 14° punteggio a 7 punti dalla finale, mentre Lorenzo Marsaglia si è classificato 20° al mondo nell’eliminatoria maschile dal trampolino e Noemi Batki ha chiuso la sua carriera con un 27° posto in eliminatoria dalla piattaforma. I semi per una nazionale competitiva alle prossime Olimpiadi sono stati gettati, il prossimo triennio sarà fondamentale perché essi fruttino.