Due opposte reazioni alla vittoria olimpica nelle ultime due gare di tuffi disputate all’Aquatics Centre di Tokyo per i Giochi Olimpici: per uno Xie Siyi scoppiato a piangere a dirotto all’attivarsi del tabellone con i propri voti, consolato a fatica dal compagno di squadra Wang Zongyuan (apparso invece davvero molto felice del suo argento olimpico), c’è una quattordicenne Quan Hongchan che conquista uno storico oro con una performance strepitosa. In conferenza stampa hanno svelato la motivazione delle rispettive reazioni.
Nell’incontro con i giornalisti post-gara, Xie Siyi ha dedicato la vittoria a Wu Guocon, un nome misconosciuto ai più: è stato capoallenatore e direttore tecnico della squadra del Guangdong, provincia cinese da cui provengono diversi campioni di tuffi tra cui Xie Siyi e la stessa Quan Hongchan. Wu è morto improvvisamente a inizio giugno, il giorno dopo l’ufficializzazione della squadra cinese per le Olimpiadi, e Xie Siyi ne è stato devastato.
Nel corso di questi ultimi anni si è reso conto del crescente bagaglio di stress fisico e mentale che stava provando, a causa di diversi infortuni che non gli hanno permesso di essere al meglio in più di un’occasione, e la morte dell’allenatore lo ha costretto a un ulteriore sforzo per riadattarsi ai metodi di allenamento degli allenatori della nazionale, che si sono presi l’incarico di seguirlo nelle sei settimane che hanno preceduto i Giochi.
“È successo così tanto perché io potessi essere qui a gareggiare, e per quanto l’obiettivo sia rendere fiera la propria nazione, tu gareggi prima di tutto per realizzare i tuoi sogni. Ho sentito molto la pressione di essere alle prime Olimpiadi. Nelle ultime settimane ho continuato a sentire la voce di coach Wu nella mia mente, costantemente, e alla fine della finale l’unica cosa cui riuscivo a pensare era che ce l’avevo fatta, che non avevo deluso coach Wu o gli altri che credevano in me, e che potevo essere fiero di aver vinto tutto quello che potevo vincere in carriera.”
Quan Hongchan è invece molto soddisfatta della sua gara, e ne ha ben motivo: il miglior punteggio di sempre alle Olimpiadi per una piattaformista cinese su 5 tuffi, e la seconda donna più giovane (ma solo di pochi mesi) a vincere un oro olimpico dopo Fu Mingxia nel 1992. Lei che neanche doveva esserci a queste Olimpiadi, perché se non fossero state rinviate non avrebbe avuto l’età minima per gareggiare (14 anni compiuti entro la fine dell’anno solare), ha dedicato la sua straordinaria vittoria alla madre, che soffre di una malattia cronica che richiede trattamenti periodici, e costosi, in ospedale. Da quando è una tuffatrice assoluta utilizza i premi in denaro che vince alle gare per pagare le spese mediche della madre, e farà lo stesso con il premio per la medaglia d’oro: ai microfoni della conferenza stampa è apparsa leggera e in linea con la sua età, sebbene abbia dato l’impressione di essere molto riservata e umile.
“Non dite che sono un prodigio, per favore: non sono particolarmente intelligente e non vado molto bene a scuola. Mi fate tutte queste domande e in questo momento ho un vuoto nella mia testa, voglio solo festeggiare con un po’ di latiao questa sera.” Il latiao è l’equivalente delle nostre patatine fritte industriali, bastoncini di grano piccanti; uno snack salato molto popolare in Cina che, per un’atleta così rigorosa, costituisce davvero uno “sgarro”!
A Tokyo ha avuto il sostegno dello staff cinese, mentre prima di partire i suoi genitori, due contadini che vivono in condizioni economiche di povertà (poche decine di dollari al mese) a Maihe, un villaggio rurale di appena 2800 abitanti nell’estrema parte meridionale della Cina (Guangdong), le hanno detto semplicemente di non essere nervosa: “non importa se vinci una medaglia o no, sii solo te stessa, hanno detto; e queste parole mi hanno molto aiutato”.
Alla domanda su chi pensa sia la sua avversaria più temibile per le prossime Olimpiadi di Parigi, però, Hongchan non ha dubbi: “Mia sorella minore! È davvero forte e avrà l’eta per gareggiare a Parigi, le dirò di continuare ad allenarsi duramente così potremo andare insieme alle Olimpiadi. E penso che dovrò allenarmi ancora più duramente in questi pochi anni prima di pensare a qualificarmi.”
Avremo un’altra Quan a dare spettacolo nel 2024?