Il Comitato Olimpico della Malaysia non è stato particolarmente soddisfatto dei risultati ottenuti dalle diverse nazionali sportive ai Giochi di Tokyo 2020 dello scorso agosto, pur tenendo conto delle particolari condizioni pandemiche che hanno tuttavia influito su quasi tutte le nazionali in gara. Tra gli sport più criticati ci sono proprio quelli acquatici, che – a causa anche della crisi economica – hanno ricevuto un notevole taglio di fondi per il prossimo termine olimpico e portato a due ritiri eccellenti nel mondo dei tuffi.
A farne le spese sono stati anche i tuffi, che hanno visto una riduzione di un terzo degli atleti supportati da fondi federali, privilegiando le possibili promesse olimpiche del futuro a danno di quelli più esperti. Tra questi si annoverano la ormai leggendaria Leong Mun Yee, 37 anni, a Tokyo per la sua quinta Olimpiade, e la campionessa del mondo Cheong Jun Hoong, 31 anni, che a inizio 2022 hanno dato ufficialità al loro ritiro dall’agonismo, e non è escluso che anche atleti della nazionale maschile vengano colpiti da questa chiusura di fondi: una scelta che ha suscitato diverse critiche e appelli al ripensamento, anche da parte della stessa federazione malese, che ha segnalato l’inopportunità di questi tagli che andrebbero a influire sulle future generazioni, e sulle future speranze di medaglia, dei tuffi.
Nessuno dei due annunci ha destato particolare sorpresa: Leong Mun Yee era anagraficamente arrivata alla fine di una carriera costellata di successi, con un ruolo spesso da “gregaria di lusso” al fianco di atlete più affermate come Pandelela Rinong. I suoi onori vengono infatti quasi tutti dalle gare sincro, prevalentemente dalla piattaforma ma non solo: tre medaglie mondiali, sette continentali, tre ai Giochi del Commonwealth e ben 27 ai Giochi del Sud Est asiatico (17 d’oro) in addirittura dieci edizioni consecutive, un palmares che la rende una delle atlete più vincenti e rispettate dell’ambiente. Già in estate aveva detto che non si immaginava ancora a lungo sulle piattaforme e che nel corso del 2022 si sarebbe organizzata per aprire una sua scuola di tuffi, per passare il suo enorme bagaglio tecnico alle nuove generazioni, concentrandosi sugli atleti più giovani che in Malaysia hanno poche possibilità di sviluppo. Per il momento però le è stato chiesto di trattenersi ancora nell’ambiente: fino all’arrivo del nuovo tecnico, il cinese Li Junbai, sarà la vice-allenatrice della nazionale, assistendo l’head coach Li Rui dopo il licenziamento di Christian Brooker, che a sua volta è ritornato in Australia.
La Cheong, clamoroso oro dalla piattaforma a Budapest 2017, viene invece da ben quattro anni di continui infortuni al ginocchio e alla schiena ed era stata messa già fuori squadra negli ultimi due anni, e solo la perseveranza di allenarsi al di fuori del paese (si era trasferita in Cina per continuare ad allenarsi col suo coach Yang Zhuliang) le ha permesso di strappare comunque la qualificazione prima in nazionale e poi ai Giochi Olimpici, dove tuttavia si è classificata soltanto ventiseiesima. Il taglio dei fondi federali l’ha probabilmente spinta a rinunciare a competere per altri tre anni in un ambiente in cui non era particolarmente gradita, e tale contrasto è evidenziato dal fatto che non è rientrata in alcun ruolo nello staff dei tuffi. Per la Cheong si chiude comunque un’ottima carriera: oltre al titolo di campionessa mondiale, un argento olimpico a Rio 2016, un bronzo mondiale sempre nel 2017, due medaglie d’argento in Coppa del Mondo, un oro ai Giochi del Commonwealth (tutte queste medaglie nel sincro piattaforma con Pandelela Rinong) e diverse medaglie a livello nazionale e regionale.
Non è chiaro il destino degli altri atleti di punta della nazionale: le critiche si sono concentrate sulla nazionale maschile, che non è riuscita a qualificare nessun atleta ai Giochi di Tokyo 2020, mentre gli unici commenti positivi sono stati nei confronti di Pandelela Rinong, che pure si è classificata ultima nelle due finali cui si è qualificata, e soprattutto di Nur Dhabitah Sabri, eccellente quarta nella finale da 3 metri. Al contempo manca però una nuova generazione in grado di assumersi la responsabilità della nazionale maggiore, con la sola eccezione del nuovo ingresso di Kimberly Qian Ping Bong, stella della nazionale giovanile che potrebbe prendere il posto della Cheong da 10 metri.
Fonti: Malay Mail (malaymail.com), New Strait Times (www.nst.com.my), The Star (thestar.com.my)
Foto: Twitter (@AngelaLeong), Facebook (@cheongjunhoong)