Nel corso di un congresso generale straordinario tenutosi a Melbourne, in Australia, in concomitanza con l’inizio dei campionati mondiali di nuoto in vasca corta, l’assemblea della Federazione Internazionale del Nuoto ha deciso a larghissima maggioranza di cambiare nome da FINA a World Aquatics.
Lo slogan è “United by water” (Uniti dall’acqua) e proprio come il nuovo nome afferma l’unione e l’uguaglianza tra i diversi sport acquatici (nuoto, nuoto di fondo, tuffi, tuffi dalle grande altezze, nuoto artistico e pallanuoto), eliminando i riferimenti al solo nuoto nel nome della federazione. Il nuovo logo è stato disegnato dal brand americano Martin Group, esperto di marketing.
La votazione comprendeva anche l’adozione del nuovo statuto in vigore dal 2023 ed è stata approvata con 175 voti a favore e 4 voti contrari. È la prima volta dal 1908 che la federazione adotta una nuova denominazione.
Nel corso dello stesso congresso è stata approvata l’introduzione nel Consiglio di direzione della Federazione di ben nove donne, per aumentare l’inclusività e avanzare verso la parità di genere: dal primo gennaio le donne rappresenteranno il 38% del Consiglio, con l’obiettivo dichiarato del Presidente Husain Al-Musallam di raggiungere il 50% in breve tempo. Nel nuovo statuto viene introdotto anche un limite di età per il Presidente pari a 75 anni, e la durata del suo incarico: il Presidente resterà in carica per un mandato di otto anni, rinnovabile una sola volta per altri quattro anni in caso di rielezione.
Il Presidente Al-Musallam ha proposto una serie di nomi per la nuova denominazione della Federazione direttamente ad atleti, allenatori e amministratori delle singole federazioni nazionali, riscontrando che World Aquatics era di gran lunga il nome più gradito. “È un nome facile da comprendere e che si allinea a quello delle altre federazioni internazionali, inoltre è un nome che rappresenterà tutti i nostri atleti,” ha dichiarato.
“Tutti noi abbiamo sempre chiamato la federazione FINA, è un nome che ci ha servito fedelmente negli anni, ma avevamo bisogno di un nome che riflettesse l’intera famiglia degli sport acquatici, che potesse essere usato da nuotatori artistici, tuffatori, high divers, nuotatori di fondo e pallanuotisti senza distinzione.”
“Ho lasciato la scelta ai nostri atleti perché essi vengono prima di ogni altra cosa e non avrei potuto prendere una decisione così grande senza consultarli; la loro risposta è stata molto chiara, oltre il 70% desiderava un cambio di denominazione, e moltissimi di loro erano all’oscuro del significato dell’acronimo FINA. FINA è una parte importante del nostro passato e dovremmo guardare ad essa, e a molto di ciò che abbiamo fatto, con affetto e orgoglio, ma in futuro inizia qui e adesso.”
Tra le altre riforme approvate in questo congresso straordinario l’introduzione di un Comitato per gli investimenti e uno per la remunerazione degli atleti, la riduzione degli altri Comitati per snellire la burocrazia interna, la creazione di un ente per l’integrità degli sport acquatici già dal prossimo gennaio (24 ufficiali già selezionati da quest’estate), e soprattutto il diritto di voto per i membri del Comitato Atleti (10 per il nuoto, 2 per ciascuno degli altri sport acquatici, divisi equamente tra uomini e donne) a partire dal prossimo congresso.